La storia Maserati


Tridente Maserati disegnoVolendo trattare dei Maserati e della Maserati, nelle diverse epoche, alcuni fortunati abili di penna avrebbero potuto ricavarne senza sforzo un mito, una fiaba o un romanzo, una sceneggiatura per un film o, come diremmo oggi, per una fiction.
Nell'antichità i Maserati avrebbero potuto essere considerati come una sorta di semi-dei, capaci di dare forma meccanica a centinaia di cavalli dal nitrito assordante, di saperli condurre, sempre più veloci, con bravura e coraggio, di piegare i metalli con maestria unica per creare motori ed automobili di rara tecnica e perfezione.
Oppure potrebbero essere i protagonisti di una fiaba o di un romanzo che, dopo aver affrontato periodi difficili e grandi avversità, riescono comunque a perseguire, come in un lieto fine, i loro intenti e a conseguire i meritati successi.
I Maserati, però, non sono personaggi mitologici o personaggi frutto di una fervida fantasia.
I Maserati sono uomini, uomini che hanno fatto la storia.
Questa che ci apprestiamo a raccontare è una storia di persone realmente esistite, di fatti realmente accaduti.
Una storia tanto bella da sembrare leggenda.
E' una storia di persone che grazie alla loro volontà, ai loro sforzi, alle loro capacità, al loro lavoro hanno saputo creare automobili eccezionali capaci di vincere sui circuiti di tutto il mondo ieri, di farci sognare ieri come oggi con la costruzione di vetture che, a partire dagli anni '50, sono tra le più significative della produzione automobilistica mondiale.
Quella dei Maserati e quella dell'Azienda che porta il loro nome è una grande storia destinata a continuare ed arrivata ai nostri giorni accompagnata da un prestigio e da una fama che pochi costruttori di automobili possono vantare.
Uomini altrettanto capaci e determinati infatti hanno continuato l'opera dei fratelli Maserati e sia nelle competizioni, sia sui mercati internazionali il marchio Maserati è tornato a riscuotere successi degni del glorioso passato.

In questa sezione sono annotate le tappe fondamentali della vita dei fratelli Maserati e dell'attività da loro fondata. La sezione "Le corse", è da considerarsi strettamente legata alla presente poichè ne costituisce l'ideale completamento e integrazione e ne illustra fattivamente lo spirito: le corse infatti sono state l'anima trainante nella storia della Maserati, nata dalle corse per le corse.

La famiglia Maserati è originaria di Quartazzola, una Carlo Maserati Marchese Carcanofrazione di Sant'Antonio a Trebbia, nelle campagne limitrofe alla città di Piacenza.
Qui Luigi Maserati e sua moglie Santina Sacconi vivono con i tre figli uno dei quali si chiama Rodolfo.
Dopo la morte prematura di Luigi, la famiglia si trasferisce nella vicina Rottofreno dove Rodolfo sposa Carolina Losi.
Rodofo Maserati lavora alla Regie Ferrovie e proprio per motivi di lavoro si trasferisce a Voghera, in provincia di Pavia,dove nasceranno nel 1881 Carlo, nel 1883 Bindo, nel 1885 Alfieri che morì in pochi mesi, lo stesso nome fu data al figlio nato nel 1887, nel 1890 nacque Mario, nel 1894 Ettore e nel 1898 Ernesto.
Il papà insegna loro la bellezza della meccanica. Tutti quanti ne rimangono affascinati tranne Mario che deciderà di usare le sue capacità creative per fare il pittore. 

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Nella sua officina meccanica, Alfieri lavora con i officine Alfieri Maseratifratelli Ettore e il giovane Ernesto solo per pochi mesi: di lì a poco lo scoppio della 1^ guerra mondiale costringerà i primi due ad arruolarsi.

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Nel 1926 la storia dei Maserati si fonde con la 3 marzo 1932storia della Maserati: in quell'anno i tre fratelli costruiscono la loro prima vettura, la "Tipo 26", mossa da un 8 cilindri in linea di 1500 c.c. sovralimentato da un compressore che sviluppava 120 CV. a 5300 g/minuto.
Alla sommità del radiatore compare un marchio destinato ad accendere la passione, a scatenare emozioni. Il marchio, che la tradizione attribuisce a Mario, il quinto dei fratelli, raffigurante un tridente.
Per disegnarlo Mario si ispira alla celebre statua del Nettuno in Bologna che in segno di potenza e di comando brandisce appunto, il tridente.
La Tipo 26 esordisce, guidata da Alfieri, nella Targa Florio di quell'anno ed è prima classificata nella sua classe.

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