Tutti i fratelli hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'azienda di famiglia, una grande unità di intenti, un carattere determinato, una dedizione al lavoro costante e assoluta.
Alfieri ed Ernesto Maserati furono inoltre validissimi piloti delle auto da loro stessi progettate e costruite.
Una circostanza veramente rarissima nel mondo dell'automobile.
Ernesto Maserati, il più giovane, inizia la propria attività lavorativa a 16 anni insieme ai fratelli Alfieri ed Ettore nell'officina nel centro di Bologna specializzata nell'elaborazione di motori Diatto e Isotta Fraschini.
Durante la Prima Guerra Mondiale si ritrova da solo a gestire l’azienda in quanto è l’unico a non essere stato chiamato al fronte.
All’inizio degli anni Venti lavora come meccanico sulle auto portate in gara dal fratello Alfieri ma anch'egli vuole diventare un protagonista nel mondo delle corse e nella seconda metà degli anni Venti si esercita sulle colline pistoiesi insieme ad Alfieri.
I risultati non tardano ad arrivare: la sua guida attenta e redditizia gli consente di conquistare due titoli italiani nel 1927 e nel 1930.
Con la morte di Alfieri, Ernesto abbandona la carriera di pilota per concentrarsi sulle sorti dell'azienda. Diventerà lui la mente della Casa.
Dopo i primi momenti di inevitabile sbandamento, già nel 1933 anche Ernesto Maserati può dirsi soddisfatto dei risultati: Giuseppe Campari in Francia ottiene il primo successo del marchio in una delle Grandes Épreuves, Tazio Nuvolari si aggiudica il GP del Belgio dopo essere partito per ultimo e lo statunitense Whitney Straight a Brooklands diventa il primo driver non europeo a vincere una gara prestigiosa per la Casa che chiude l'anno col titolo di Campione d'Italia nelle classi 1100 e 1500 c.c..
L'impegno nel lavoro e l'amore per la meccanica non abbandonerà mai Ernesto né alla Maserati, né alla O.S.C.A., né successivamente: continuerà a progettare fino al 12 gennaio 1975, giorno della sua morte.
Questo piccolo inciso, solo per dare un'indicazione di quanta forza di volontà e quanta passione abbia sempre immesso Ernesto, così come gli altri fratelli, nel proprio lavoro.
L’arrivo delle fortissime tedesche Auto Union e Mercedes nel 1934 lascia poco spazio alle vetture della Casa del Tridente. I Maserati si rendono conto che da soli non possono fronteggiare adeguatamente squadre che dispongono di mezzi pressoché illimitati e, molto lucidamente, giungono alla conclusione che, fermo il fatto di voler continuare l'attività, occorre loro un forte sostegno per costruire e sviluppare vetture competitive.
La loro capacità più unica che rara di progettare e costruire pressoché tutte le parti di una vettura non è sufficiente di fronte allo spiegamento di forze tedesco.
Sul finire del 1935, comincia un periodo di ulteriori difficoltà socio-economiche dovute alla guerra contro l'Abissinia e alle conseguenti sanzioni contro l'Italia da parte della Società delle Nazioni.
Per questi motivi, nel 1937, i fratelli Maserati trovano l'accordo con l’imprenditore modenese Adolfo Orsi.