Maserati: un nome che evoca i più alti momenti di gloria per l'automobilismo sportivo italiano.
Siamo nel periodo compreso fra gli anni 1900 e 1960. Un periodo travagliato, di grandi difficoltà: la grande guerra, la crisi economica del '29 e la terrificante seconda guerra mondiale cambiano il mondo e le persone.
Ma sono anche gli anni del progresso che in quegli anni comincia la sua corsa sempre più veloce.
Questa è un'epoca in cui le auto da corsa e le corse automobilistiche hanno un fascino unico, sono simbolo del progresso nonchè, per un certo periodo, della potenza delle Nazioni, sono catalizzatrici di passioni forti. Sono corse per uomini speciali, ardimentosi, pionieri di un futuro migliore.
I fratelli Maserati sono da subito protagonisti di quell'epoca.
Fin dai primi anni del '900 Carlo Maserati si pone in evidenza come progettista fra i più brillanti. Così come Alfieri che nel dicembre del 1914 fonda a Bologna la Società Anonima Officine Alfieri Maserati.
Di fronte a folle di appassionati trepidanti, a partire dal 1926, le vetture della Casa del Tridente compiono imprese leggendarie sui circuiti di tutto il mondo ed ancora oggi non si può non provare emozione pensando alle vittoriose imprese compiute da parte di piloti entrati di diritto nella leggenda dell'automobilismo come gli stessi Alfieri ed Ernesto Maserati, e, fra gli altri, Nuvolari, Varzi, Ascari, Villoresi, Fangio, Moss.
Questa sezione tratta delle vetture che hanno corso e dominato le gare sulle piste più celebri ed impegnative del mondo.
Le vetture da competizione hanno contribuito a rendere alla leggenda piloti, epoche ed avvenimenti ed hanno costruito il prestigio del marchio Maserati.
La Tipo 26 è la prima vettura prodotta dai fratelli Maserati.
E' frutto della precedente esperienza conseguita con una vettura Diatto di 2 litri di cilindrata e prende il nome dall'anno in cui è costruita.
La vettura, guidata all'esordio da Alfieri Maserati, si aggiudica la vittoria di classe.
Siamo alla Targa Florio, una delle corse più impegnative in assoluto.
In seguito ad ulteriori positive prestazioni, l'attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati viene richiamata intorno a questo nuovo nome dell'automobilismo.
Di conseguenza furono ben 11 le vetture prodotte nell'arco di 5 anni durante i quali fu attuata una ricerca costante per migliorarne le prestazioni:
Questa vettura è dovuta alla lungimiranza di Alfieri che vede nella nascente Mille Miglia una possibilità di diffusione delle vetture Sport, categoria prediletta ai nobili piloti dell'automobilismo italiano.
Ecco quindi la Tipo 26 MM la cui sigla dovuta alle iniziali delle parole Miglia Miglia.
La vettura conserva il motore da Gran Premio delle precedenti serie però molti particolari vengono adeguati alle nuove necessità: il telaio e le sospensioni sono irrobustiti, le vetture sono poi dotate di impianto di illuminazione, avviamento elettrico, serbatoio maggiorato.
I modelli che subiscono questa trasformazione sono la 26 e la 26 B da cui derivano le nuove denominazioni 26 MM e 26 B-MM.
La Maserati produce, in rapporto alle dimensioni ed alle disponibilità economiche una grande varietà di modelli. La Tipo 26 R è prodotta per rispondere alla nuova formula Grand Prix del 1928 che impone un limite di peso compreso fra i 550 ed i 750 Kg. mentre nessun limite veniva imposto per quanto riguarda la cilindrata del propulsore.
Solo la Maserati riesce ad adeguarsi per tempo alle nuove norme così la vettura si trova a competere con vetture di cilindrate superiori, rispondenti al regolamento precedente, ammesse ingiustamente al via unicamente per poter dar vita alle competizioni.
Caratteristica peculiare della vettura è il propulsore: pur riprendendo il potente ed affidabile motore delle serie precedenti, viene modificato l'imbiellaggio - qui su rulli - da cui la denominazione "R" del modello.
La nuova formula internazionale di competizione non riesce però ad imporsi e si perde così l'opportunità di verificare ulteriormente le buone doti della vettura.
Questa vettura è forse più conosciuta con la sigla 8 C 1100.
Dal punto di vista motoristico, questa auto propone un'ulteriore evoluzione del propulsore del modello 26.
Qui è adottato un telaio ancor più leggero di quello già alleggerito della 26 R e tutta la vettura in generale viene affinata.
La derivazione della vettura da questi due modelli fa sì che, nonostante vari accorgimenti adottati, il peso sia comunque troppo elevato in rapporto alla cilindrata il che ne limita la competitività.