Nel 1961, nonostante l’aggiornamento della vettura, la Junior OSCA non riesce più a competere validamente contro le inglesi oramai indiscutibilmente superiori e la produzione viene interrotta.
In quell’anno, con grandi pressioni della Abarth, il limite di cilindrata della classe minima fu portato a 1000 c.c. .
La OSCA deve fare fronte al cambiamento o riducendo la cilindrata della 1100 o aumentando quella delle 750 o 850.
Furono preparate ben 4 versioni di motore il più potente dei quali erogava 90 CV.
La Casa metteva a disposizione dei clienti i componenti per effettuare la trasformazione.
Con grande disappunto di chi aveva voluto il regolamento, la OSCA vince il Trofeo della Montagna e il Campionato Italiano. Nel 1962, quando finalmente fu ottenuta l’omologazione della vettura per la categoria Gran Turismo, questa era già superata e svolse un’attività limitata col solo Gianfranco Stanga capace di successi nazionali.
Nel 1963 fu proposta la 1600 SP (speciale) caratterizzata dal telaio con struttura reticolare rigida e leggera. La carrozzeria del prototipo era molto profilata, a coda tronca realizzata dalla stessa OSCA ma con la previsione di affidarne la realizzazione alla Zagato, cambio a 6 marce.
Questa vettura, autenticamente da corsa, fu bloccata dalle vicende gestionali quando la fase di collaudo era giunta al termine: la nuova proprietà si orientò verso un prodotto industrialmente più conveniente e privo degli alti contenuti che sempre avevano ispirato l’opera dei Maserati.
Nel 1963 i Maserati si cimentano in una pratica già attuata dalla Abarth: quella di trasformare vetture di cilindrata ridotta in piccole “bombe”.
Dopo la trasformazione della popolare FIAT 600 D, fu la volta della 1500 S e della 1600 S che, con 2 carburatori doppio corpo, fornivano 93 e 105 CV.
Il 30 giugno 1963 si corre la Vezzano-Casina: è l’ultima partecipazione ufficiale alle corse della OSCA.
Frattanto anche il passaggio a una dimensione semi industriale per la produzione di vetture da turismo si stava rivelando un fallimento, un programma utopistico senza una struttura produttiva confacente e la necessaria forza commerciale.
Sinceramente ci pare strano che dopo decenni di rigida e assennata, addirittura fredda programmazione, sempre commisurata alle forze a disposizione, i Maserati si siano lanciati in un progetto così avventato e al di fuori della loro dimensione. Che per una volta non abbiamo deciso in modo indipendente o siano stati mal consigliati?
E’ solo un’ipotesi.
Fatto sta che il declino, temuto fin dai tempi dell’accordo con la FIAT, si sta materializzando ancora più duramente poiché nemmeno l’alternativa all’attività sportiva ha lo sperato successo. Occorre ora arrendersi all’evidenza: era giunto il momento di passare il testimone.
Questo avviene quando la OSCA suscita l’interesse della MV Agusta, azienda produttrice di elicotteri, condotta dal conte Domenico Agusta.
Volendo forse ripetere quanto fatto da Adolfo Orsi, il conte, il 4 agosto 1963, tramite la Meccanica Verghera rileva la maggioranza del pacchetto azionario della OSCA aumentando il capitale sociale da 40 a 150 milioni di lire.
Il nuovo assetto vede la nuova proprietà titolare del 65% delle quote, lo statunitense Chapman del 25% e i Maserati del restante 10%.
Col nuovo organigramma i Maserati persero ogni potere decisionale: essi avrebbero potuto nuovamente esprimere le proprie capacità non dovendosi più curarsi di altri problemi ma alla conduzione tecnica fu preferito l’Ing. Gioachino Colombo.
Qui termina dunque la storia della OSCA condotta dai fratelli Maserati.
Quella del marchio, orfana del loro genio, della loro perfezione concettuale ed esecutiva, continua ancora solo per pochi anni.
Il primo prodotto del nuovo corso fu la 1600 TC (Trave Centrale) una GT 2+2 dotata del motore GTV con carrozzeria in fibra di vetro.
La vettura, progettata e costruita a Cascina Costa, veniva trasferita a San Lazzaro solo per la messa a punto e per le pratiche di omologazione.
Fu presentata al Salone di Torino del 1964. Fu un insuccesso a cui si tentò di rimediare con la successiva 1700 Zagato, in versione aperta e chiusa, dotata del motore della Ford Taunus elaborato.
Questa vettura, non avendo più nulla di tipicamente OSCA, fu l’ennesimo insuccesso.
Il 28 novembre 1966 l’assemblea straordinaria dei soci decreta il trasferimento dell’azienda a Cascina Costa dismettendo di fatto il sito di San Lazzaro di Savena.
Si chiudeva così il patrimonio di valori insito nella OSCA.
I fratelli Maserati escono di scena; solo Ernesto conserva l’incarico, solo formale, di consulente tecnico.
A titolo personale, egli è ancora dedito alla progettazione e si impegna nel disegno del motore MAER, alla ricerca del miglior rendimento volumetrico.
Avrebbe dovuto essere il progetto su cui ripartire per la terza volta. Questa volta però lo scorrere del tempo, l'unico avversario veramente imbattibile, ferma la tenacia e la volontà dei Maserati.