Simun

Alla fine degli anni ’60 Maserati sente la necessità di sostituire la Mexico vettura ancora valida ed elegante ma stilisticamente superata. Maserati Simun
Come consuetudine, la Casa affida a Carrozzieri diversi l’incarico di proporre la loro visione per la nuova vettura.
La Simun è il risultato del lavoro della Carrozzeria Ghia su disegno di Giugiaro. 
Il design costituisce un notevole salto rispetto alla Mexico da cui si discosta notevolmente: scompare infatti il terzo volume. 
La sagoma della Simun è allungata, caratterizzata da una linea discendente dell’abitacolo che continua fino in coda.
L’anteriore si presenta con fari a scomparsa ed un cofano imponente, il fianco della vettura è caratterizzato dalle feritoie per lo sfogo dell’aria calda del motore e dalla grande superficie vetrata. 
L’attenzione è attirata in particolare dal vetro posteriore dall’andamento a salire per poi tornare a scendere.
L’abitacolo riprende l’impostazione votata alla comodità così come era nella Mexico ed è a 2 posti + 2.

La Simun, pur con una linea di rottura, intendeva rispecchiare i canoni tipici della Maserati: sportività, lusso, comfort. Anche il nome è fedele alla tradizione: il Simun è un potente vento dell’Arabia.
Meccanicamente ritroviamo il motore 8 cilindri di 4136 cc di cilindrata in grado di sviluppare 260 CV.
Allo stesso tempo la Carrozzeria Vignale realizzò il proprio prototipo che fu preferito  alla Simun. Nacque così la Indy.
La Simun fa oggi parte della collezione del museo Panini.