1956 - 1000 Km del Nurburgring

Ancora non si sono spenti gli echi della Nurburgring 1956vittoria in F.1 della 250 F di Moss a Montecarlo che due settimane dopo è il momento di correre la 1000 Km del Nurburgring per il World Sports Car Championship.
Il circuito è fra i più lunghi e pericolosi: più di 22 km, 174 curve, salite e discese lo rendono una terribile sfida per tutti i piloti a cui è più che mai vietato distrarsi perchè in caso di incidente i soccorsi arriverebbero con grave ritardo. 
Il coraggio e la temerarietà qui sono premiati più che altrove ma, allo stesso modo, anche osare troppo può essere fatale più che altrove.
Sono moltissimi i tratti ricchi di insidie; il più spettacolare è la celebre Flugplatz, la pista di decollo dove le vetture si staccano da terra con tutte e quattro le ruote.
Su questa pista, in occasione della 1000 km del 27 maggio del 1956, Stirling Moss conquista quella che viene ancora oggi ricordata come una delle più belle vittorie della Maserati nel Campionato Sport Prototipi.
Un successo che riaprì la caccia al titolo mondiale che la Casa modenese contese fino all'ultima, sfortunata, gara.
Una volta di più, il rivale da battere è Juan Manuel Fangio, in questa occasione in coppia con Eugenio Castellotti, a bordo della più dotata Ferrari 860 Monza che monta un 4 cilindri da 3.431 c.c. capace di 280 CV a 6.000 giri/min. 
Maserati risponde con la 300 S spinta da un 6 cilindri da 3.000 c.c., con una potenza di 245 CV a 6.200 giri/min.
Fangio nelle prove dà una lezione di guida a tutti.
Il "maestro" stacca di tre secondi Luigi Musso anch'egli su Ferrari ed anche al terzo posto c'è una Ferrari.
Al quarto la prima 300 S, quella di Moss-Behra, al sesto la 300 S di Taruffi-Schell.

Anche l'avvio della gara non lascia prevedere una domenica felice per la Casa del Tridente.
Moss prende la testa della corsa ma già all'undicesimo giro, mentre si trovava alla guida Jean Behra subentrato all'inglese dopo la prima sosta, la balestra trasversale della sospensione posteriore della 300 S numero 5 cedette, costringendo Behra a salire sulla vettura numero 6 di Schell-Taruffi, in quel momento terzi.
Il pilota francese inizia subito una furiosa rimonta mentre Castellotti era in procinto di fermarsi ai box per alternarsi con Fangio. Anche Moss prende il posto di Behra al volante della 300 S, con un ritardo di un minuto e sei secondi dal primo.
Da quando Moss si calò nell'abitacolo, iniziò ad imprimere alla corsa un ritmo inavvicinabile per chiunque, anche per il “Maestro” Fangio che perdeva fino a cinque secondi al giro.
La gara improvvisamente si riapre grazie alla grande rimonta dell'inglese assecondato dalla veloce e agile 300 S.
Al ventiseiesimo giro Fangio durante la sosta per il rifornimento fa controllare le sospensioni ai suoi meccanici. L'imprevisto gli fa perdere un minuto.
Dopo il rifornimento successivo, Moss e la sua 300 S si avviano verso un successo clamoroso.
Al traguardo la Maserati di Moss-Behra-Taruffi-Schell precede di 26” la Ferrari 860 Monza di Fangio-Castellotti e di oltre 10 minuti quella di Hill-De Portago-Gendebien, la Porsche 550 RS di Von Trips-Maglioli di quasi 20 minuti.
La 300 S, dati alla mano, è una delle Maserati più riuscite e una delle vetture preferite da Stirling Moss che con essa ebbe un feeling particolare: il pilota inglese su sedici gare disputate con questo modello, riuscì a conquistare nove vittorie, tre secondi posti, un terzo ed un quinto posto e due soli ritiri.