Dopo la gara in Inghilterra vinta dalla Vanwall di Moss, il 4 agosto la Formula 1 arriva in Germania per il Gran Premio sul circuito del Nurburgring, sicuramente il più difficile e impegnativo per via della sua serie interminabile di curve e controcurve, discese e salite, salti e rettilinei.
Solo i migliori, i più temerari, riuscivano ad imporsi.
Fangio, perfettamente assecondato dalla sua Maserati, è in grande forma come dimostrano le sue 3 vittorie già conseguite e il tempo più veloce ottenuto nelle qualifiche staccando di quasi tre secondi il ferrarista Hawthorn e di quasi cinque la Maserati di Behra.
Così come a Montecarlo, vincere su questa pista accresceva notevolmente il prestigio del pilota.
Il castello di Adenau e oltre 200.000 spettatori avranno la fortuna di assistere alla corsa considerata come tra le più belle della storia dell'automobilismo.
La differenza di rendimento fra le gomme italiane e quelle tedesche è notevole: le gomme Pirelli montate dalle Maserati si comportano molto bene e garantiscono una grande aderenza ma si consumano molto più velocemente delle Engelbert di cui sono dotate le Ferrari.
La consapevolezza che le Ferrari avrebbero potuto correre l'intera gara senza cambiare gomme, cosa impossibile per Maserati, fu l'origine della strategia di gara tenuta dal pilota argentino che decise di partire con metà quantità benzina. Questo gli avrebbe permesso di essere notevolmente più veloce dei ferraristi ma lo avrebbe costretto a fermarsi per far rifornimento durante la corsa.
Per la sosta ai box erano stati previsti come necessari 23 secondi.
Due giri dopo il via Fangio va in testa e, per procacciarsi il vantaggio necessario, impone alla corsa un ritmo impressionante.
Fangio si ferma al dodicesimo giro, in prima posizione, con 30 secondi di vantaggio sulle Ferrari di Hawthorn e Collins.
Il margine sembra sufficiente per tornare in pista conservando la prima posizione ma un problema con il gallettone di serraggio della ruota costringe Fangio a una sosta ben più lunga e quando finalmente rientra in pista sono 48 i secondi che lo distanziano da Collins, che al momento era secondo. Mancano solo 10 giri al termine della gara.
Gli pneumatici ancora non in temperatura non consentono a Fangio di girare al meglio e il ritardo sale oltre i 50 secondi: Fangio doveva recuperare almeno 5 secondi al giro per sperare di raggiungere le Ferrari.
Nei tre giri successivi il pilota argentino recupera solo 6 secondi e la sfida sembra persa: 40 secondi da recuperare, due Ferrari da superare in soli 7 giri.
Il tracciato però esalta le doti e la classe del "Maestro" nonchè le caratteristiche della 250 F qui più che mai veloce, stabile e maneggevole.
Alcuni giurano di scorgere un sorriso sul volto di Fangio al cominciare della sua rimonta furibonda.
I tempi di Fangio calano a ogni giro e al 16^ passaggio Hawthorn è a 33 secondi. I ferraristi provano a forzare il ritmo ma Fangio guadagna secondi, inesorabile. Fangio sembra non frenare mai e il suo sorriso si fa sempre più largo.
Giro dopo giro il pilota argentino, mettendo la terza marcia dove ci vorrebbe la seconda e mettendo la quarta dove gli altri piloti usavano la terza, fa segnare tempi record fino a che, al 20^ passaggio, ottiene uno strepitoso 9'17"4, un crono di oltre 8 secondi più basso di quello che gli è valso la pole position.
Fangio è a 2 secondi da Collins. Al penultimo giro le tre vetture passano sul traguardo una dopo l'altra, tra l'entusiasmo incontenibile dei 200.000 spettatori.
Hawthorn pare allungare nell'ultimo tentativo di resistenza, ma non di molto. Fangio e Collins si ritrovano appaiati al Flugplatz con l’inglese che non si difende dall’attacco in curva dell’argentino. Collins capì che non avrebbe avuto modo di contrastarlo, non quel giorno.
Fangio ora è secondo, lanciato verso Hawthorn. Lo raggiunse molto presto e lo superò con relativa facilità tagliando primo il traguardo con 3"6 di vantaggio.
Hawthorn dirà poi: “se non mi fossi spostato, sono sicuro che il vecchio mi sarebbe passato proprio sopra”.
Dopo la gara Fangio disse: "Non ho mai corso così velocemente in tutta la mia vita, e penso che non sarò mai più in grado di farlo".
Il pilota argentino in 10 giri battè il record sul giro 9 volte, di cui 7 volte consecutive.
Con questo successo, Fangio si garantì, a 46 anni, il suo quinto titolo mondiale, il secondo grazie anche a Maserati.
I filmati sottostanti sono tutti relativi alla corsa. GretaEmme.it ha pensato di proporre il resoconto della corsa in più varianti perchè ognuna di esse aggiunge un'emozione e perchè ogni visitatore possa trovare quella più vicina alle proprie esigenze per rivivere al meglio quella fantastica giornata.