Adolfo Orsi

Adolfo nasce nel 1888 da una famiglia molto povera, originaria di Modena.
Poco più che dodicenne, interrotti gli studi alla terza Adolfo Orsielementare, la mattina lavora come garzone di macellaio e nel pomeriggio, con un carretto a mano, vende verdura e raccoglie stracci per le strade di Modena. Di lì a poco, a seguito della morte del padre, lascia il lavoro di garzone per continuare a tempo pieno l'attività di raccolta di stracci del iniziata dal papà. Quindi comincia la raccolta di rottami di ferro.
Lavorando duramente può permettersi l'acquisto di un cavallo a cui far tirare il carretto, a cui ne segue un altro e un altro ancora fino a creare, insieme al fratello Marcello e alle sorelle Ida e Bruna, una piccola impresa di raccolta di stracci, rottami di ferro e altre masserizie. 
La raccolta di parti metalliche diviene l'attività primaria e il magazzino del ferro è il punto di inizio della sua carriera di imprenditore di successo. 

In seguito, Adolfo si rende conto che in Emilia Romagna non esiste attività siderurgica perciò pensa di crearla lui, a Modena. 
Il suo attivismo lo porterà nel tempo a essere titolare di molteplici aziende in settori diversi e in diverse regioni di Italia.
A Modena, oltre alla Fonderia di Ghisa Malleabile, alle Acciaierie Ferriere e all'iniziale Magazzino del ferro, è titolare della Concessionaria FIAT A.M. Orsi, dalle iniziali dei fratelli Adolfo e Marcello. 
A Tresigallo, in provincia di Ferrara, zona allora depressa, impianta la SAIMM, Società Anonima Industrie Metallurgiche Meccaniche, fabbrica che produce macchine agricole.
Possiede inoltre la Società Anonima Tramways Siciliani e la Società Anonima Tramvie di Lombardia e Romagna, a Mantova la En.ge.tra per l'estrazione di ghiaia.
Trasforma le linee ferroviarie Brescia-Mantova-Ostiglia, Brescia-Montichiari, Castenedolo-Carpenedolo in autolinee.
Il 1937 è l'anno dell'acquisizione della Maserati.
Grazie a queste attività, che danno lavoro a più di 2000 persone, nel 1939 viene nominato Cavaliere del Lavoro.
Lo spirito imprenditoriale di Adolfo Orsi non si ferma qui: nel 1940 acquista una fabbrica di batterie che viene accorpata alla Fabbrica Candele Maserati; il tutto prende la denominazione di Fabbrica Candele Accumulatori Maserati, nel 1941 acquista il brevetto dell'elettrocarro costruito dalla Silens di Milano e inizia la costruzione a Modena di mezzi elettrici pesanti a 3 e 4 ruote.
Altra attività sarà quella della produzione di macchine utensili fresatrici.
La seconda guerra mondiale cristallizza la situazione. A conflitto finito, la ripresa delle attività è difficoltosa: nell'Italia duramente provata dalla guerra si aprono duri scontri socio-politici. 
Paradossalmente anni e anni di sacrifici personali, migliaia di persone assunte e sollevate dalla miseria, un comportamento sempre corretto e rispettoso nei confronti di tutti vengono vanificati in un solo giorno.
Non intendiamo e non ci interessa dissertare di politica ma il descrivere gli avvenimenti successivi lo rende necessario.
Nel dopoguerra, a causa di differenti ideologie, Adolfo Orsi comincia a essere malvisto. Accusato di essere fascista e di dovere a questo il suo successo, subisce una feroce quanto insensata campagna denigratoria. 
Sono accuse infondate: abbiamo sopra elencato le sue attività appositamente per dimostrare che all'epoca del fascismo Orsi era già diventato un imprenditore di successo, le sue imprese già avviate prima dell'avvento del fascismo sono la prova che le sue capacità di imprenditore non hanno bisogno di alcun appoggio politico. La storia di Adolfo Orsi è una storia di impegno, di una vita consacrata al lavoro.
Certamente un self made man, una persona che "si è fatta da sola" a prezzo di grandi sforzi e sacrifici mal sopporta un'ideologia come quella comunista, ma non per questo una persona può essere considerata fascista.
Probabilmente solo per invidia e a causa di una demagogia di parte, Adolfo Orsi diventa la figura simbolo dell'imprenditore che si arricchisce sfruttando il lavoro altrui. Anche in questo caso le accuse sono ingiuste: la figura di Adolfo non corrisponde certo a quella dell'imprenditore sprezzante o altezzoso, anzi è vero l'esatto contrario.
Ma tant'è. Nel 1950 gli scontri toccano il culmine: a seguito del susseguirsi degli scioperi e della conseguente serrata, le maestranze intendono occupare le Fonderie. La polizia intende impedire l'occupazione nonostante Orsi non sia contrario: "Fate occupare le fonderie, dentro c'è solo terra" poiché, ovviamente, i macchinari erano stati trasferiti. L'ordina di Roma però è chiaro: non fare entrare nessuno. 
Per impedirne l'ingresso, il 9 gennaio la polizia spara sui dimostranti uccidendo 6 persone e ferendone decine e decine. Lo sdegno e la partecipazione ai funerali delle vittime è grandissimo e va ben oltre i confini cittadini.


Perchè mai la figura di Orsi è stata associata ai fatti di quella giornata? Certamente la polizia non era ai suoi ordini! Le persone decedute non sono nemmeno operai delle Fonderie!
Orsi non è stato certo l'unico imprenditore, nel dopoguerra, a trovarsi nella condizione di dover licenziare, né ad applicare la serrata. Altre tragiche giornate, dalle conseguenze simili, si erano purtroppo già verificate in altre località d'Italia ed altre ancora purtroppo si verificheranno successivamente. 
Sembra però che siano accaduti unicamente i fatti di Modena.
In seguito, le Fonderie furono occupate e poi gestite da un'altra società cooperativa di operai che nel 1952 fallì cosìcché tutti gli operai persero il lavoro.
A quel punto, le organizzazioni sindacali e i lavoratori fecero pressione affinché Orsi riassumesse la gestione dello stabilimento alle condizioni da lui ritenute necessarie: è la prova lampante di quanto tutti ritenessero valida la gestione Orsi il cui operato è stata offuscato solo per fini propagandistici. E' la prova che sindacati e lavoratori ripongono la loro fiducia nelle sue capacità imprenditoriali affinché le Fonderie possano tornare a prosperare ed è la loro ammissione che i tagli al personale erano effettivamente necessari. 
Che rivincita per Adolfo Orsi! 
Nonostante tutto, dal 1950, per la città di Modena, Adolfo Orsi è come un fantasma: di Adolfo Orsi pare meglio non parlare nemmeno più.


Le vittime di quel tragico giorno sono state e saranno sempre rispettosamente ricordate ma ora sarebbe anche tempo che la figura di Adolfo Orsi fosse affrancata da quei tragici avvenimenti e che Modena rendesse finalmente merito al suo concittadino, all'imprenditore, all'uomo che per oltre quarant'anni ha guidato, con suo figlio Omar, la Maserati. 
E' grazie alla gestione Orsi che la piccola impresa artigianale creata da Alfieri è diventata una delle industrie italiane più famose del mondo.

Si suole dire che alle spalle di un grande uomo vi è sempre una grande donna. Crediamo di poter affermare che ciò sia vero anche nel caso di Adolfo Orsi.
Infatti, nel 1953, a seguito della morte di sua madre, Clarice, la famiglia comincia a disunirsi.
Le sorelle di Adolfo e i loro mariti chiedono la spartizione delle diverse aziende e Adolfo è costretto a cedere pur sapendo che così facendo il gruppo si indebolirà. Così le Fonderie vanno a Marcello, le Acciaierie e la Fabbrica Candele alle sorelle a Ida e Bruna.
Adolfo proseguì la sua attività con la produzione di macchine utensili e con la Maserati.
La produzione della macchine utensili ha una grande espansione quando si aprono le porte del mercato argentino. Grazie al buon rapporto col presidente Peròn, Adolfo Orsi diviene il personaggio di spicco di tutta l'industria italiana delle macchine utensili. Inarrestabile e vulcanico come sempre, crea la Maserati Argentina, due società in Messico e una società negli Stati Uniti.
Purtroppo il governo argentino si dimostra instabile e dalla caduta di Peròn e dal conseguente mancato pagamento di forniture di macchinari deriva la crisi delle industrie di Adolfo.
La Maserati per questo è costretta a chiudere il reparto corse e a ritirarsi in forma ufficiale dalle competizioni.
Orsi fa fronte alla grave difficoltà cedendo la fabbrica delle macchine utensili e vendendo anche beni personali. La Maserati può rientrare dall'amministrazione controllata dopo solo sei mesi anziché un anno così come accordato. Ci sono ancora dei dubbi sulle qualità di Adolfo Orsi? Adolfo Orsi_ Guerino Bertocchi
Da grande imprenditore accetta poi un ennesimo rischio: nessun costruttore di automobili ha mai prodotto una berlina di prestigio ad alte prestazioni. Grazie a lui la Maserati è la prima Casa a proporre una vettura a quattro porte dalle linee eleganti, di gran classe ma caratterizzata da un comportamento sportivo.
E' un successo clamoroso.
Si prospetta però una nuova difficoltà: la Maserati se pur trasformata industrialmente, rispetto ad altre aziende è comunque di piccole dimensioni e senza l'appoggio di un grande industria automobilistica non può affrontare i costi per le prove di crash test necessarie per verificare la sicurezza delle vetture, previste da nuove normative.
Con l'intento di dare solide prospettive alla Casa del Tridente, così come fatto dai Maserati 40 anni prima, Orsi decide di vendere: la scelta del partner ricade su Citroen a cui Orsi, il primo gennaio del 1969, cede il 60% delle quote.
Adolfo rimane in Maserati in qualità di presidente onorario, Omar siede nel consiglio di amministrazione e si occupa della parte commerciale.
I nuovi metodi e la programmazione adottati dai francesi non incontrano il favore di Orsi che, nel 1971, vende loro il restante 40%.
L'anno successivo, Adolfo Orsi muore.

Un'ultima annotazione. A onor del vero, Adolfo Orsi un licenziamento lo eseguì: allontanò un operaio per comportamento irriguardoso nei confronti delle lavoratrici.
Speriamo che almeno per questo nessuno abbia avuto da ridire.