Il 1952 segna l'inizio degli anni migliori della OSCA. Questo è l’anno dello sbarco della OSCA negli Stati Uniti sempre più ricettivi verso le corse e le macchine europee.
Per questa operazione i Maserati si affidano a Edgard Fronteras di Chicago, loro amico fin dagli anni ’30.
L’annata è più che positiva: le barchette 1100 e 1342 spopolano negli USA dove vincono nella loro classe e molte volte anche a livello assoluto.
Ma in quell’anno dominano anche in Italia: su tutte spicca l’affermazione alla 1000 Miglia con 3 OSCA ai primi 3 posti nella classe 1100 e nuovo record della corsa.
La vettura ora è perfettamente matura e non ha rivali: semplice, agile, equilibrata nelle sue componenti, potente quanto basta e i successi si susseguono.
Nel 1953 Cabianca lascia la OSCA per la Ferrari ma è un breve distacco: Cabianca si accorge subito che la 3 litri di Maranello non è adatta alla sua guida e ben presto ritorna alla guida di una OSCA.
Quello che può essere visto come un fallimento e un limite della condotta nella OSCA, è del tutto cancellato dal successo della 1450 di Moss-Lloyd alla 12 Ore di Sebring – Florida. (8 marzo 1954).
La OSCA qui non partiva favorita vista la presenza della miglior concorrenza.
Cominciata la gara con prudenza, col passare delle ore alza la media portandola dagli iniziali 100 Km/h a quasi 130 Km/h quando la vittoria, nell’ultima ora di corsa, si concretizza.
Il risultato di Sebring è eccezionale: 4 OSCA figurano nei primi 8 posti, l’indice di prestazione vede 4 OSCA prevalere su tutti.
Ancora una volta, il prestigio dovuto a risultati come questo non cambia la pianificazione dei Maserati che continuano a lavorare senza eccessi.
Il 1956 vede i Maserati impegnati nel rinnovamento della gamma ma anche in un progetto anomalo: l’allestimento per conto della casa di lubrificanti Bardahl di una macchina per la 500 Miglia di Indianapolis mossa da un motore Ferrari 6 cilindri in linea di 4400 c.c. 380 CV. Ernesto Maserati va a Maranello (!) per ritirare il motore.
Compito della OSCA è montarlo su un telaio Kurtis Kfraft. La macchina però soffre di gravi problemi tecnici: l’impossibilità di rendere omogeneo il rendimento delle varie componenti e il conseguente palleggio di responsabilità, sancisce ben presto la fine del progetto.
Se la classe 1100, da sempre punto fermo dell’attività della Casa, volgeva ormai al declino se non alla cancellazione, ecco pronta l’alternativa: la OSCA 187 di 750 c.c., capace di sviluppare 70 CV., per il raggruppamento più basso della Categoria Sport.
Il 1957 vede, come sempre, i Maserati infaticabili: sono ora impegnati sul motore della 1500 che assume la sigla "372” ad indicare la cilindrata unitaria e che dispone di un aumento di potenza.
Viene montato sul telaio S che diviene il telaio generalizzato. Tutto questo in funzione del nuovo regolamento della F2 che nel 1957 avrebbe aperto l’ingresso anche alle 1500.
Ernesto Maserati però va oltre e lavora ad un motore con distribuzione desmodromica: il tipo 372 DS.
Questa è un sistema molto raffinato e costoso poiché, per un funzionamento ottimale, richiede la massima perfezione progettuale ed esecutiva che, se raggiunta, è in grado di offrire alti regimi di rotazione con grande affidabilità.