Tutti i fratelli hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'azienda di famiglia, una grande unità di intenti, un carattere determinato, una dedizione al lavoro costante e assoluta.
Alfieri ed Ernesto Maserati furono inoltre validissimi piloti delle auto da loro stessi progettate e costruite.
Una circostanza veramente rarissima nel mondo dell'automobile.
Ernesto Maserati, il più giovane, inizia la propria attività lavorativa a 16 anni insieme ai fratelli Alfieri ed Ettore nell'officina nel centro di Bologna specializzata nell'elaborazione di motori Diatto e Isotta Fraschini.
Durante la Prima Guerra Mondiale si ritrova da solo a gestire l’azienda in quanto è l’unico a non essere stato chiamato al fronte.
All’inizio degli anni Venti lavora come meccanico sulle auto portate in gara dal fratello Alfieri ma anch'egli vuole diventare un protagonista nel mondo delle corse e nella seconda metà degli anni Venti si esercita sulle colline pistoiesi insieme ad Alfieri.
Il nome della famiglia Orsi è fondamentale nella storia e nella crescita industriale della Maserati.
Grazie alla gestione di Adolfo Orsi e di suo figlio Omer, noto a tutti come Omar, la Maserati poté proseguire la sua attività ed accrescere ulteriormente il proprio prestigio.
L'incontro non poteva essere fra parti migliori: così come i Maserati erano inesauribili nell'ideare e costruire automobili vincenti, così Adolfo era infaticabile ed eccelso nell'intuire nuove possibilità di lavoro, nel creare aziende dimostrando una eccezionale attitudine all'imprenditorialità.
Erano tutti quanti persone straordinarie, determinate, consapevoli che solo con l'impegno costante nel lavoro si possono raggiungere grandi traguardi.
Nel 1968 la Maserati attraversa uno dei suoi momenti migliori.
A poco più di 10 anni da quando ha iniziato la produzione di serie di vetture stradali, le vendite toccano livelli record, è già in programmazione la versione spider della Ghibli e sono in progetto le eredi delle vetture in quel momento in vendita.
Al Salone di Torino di quell'anno viene infatti presentata la Simun, che rimarrà esemplare unico, e, sempre in quella sede, il prototipo di quella che sarà la Indy.
Con la capacità di vedere avanti, tipica dei migliori imprenditori, Adolfo Orsi vede all'orizzonte delle nascenti difficoltà sia interne all'azienda che a livello globale. Inoltre .. non è più un giovanotto.
Con l'intento di dare solide prospettive all'azienda, così come successe ai Maserati 30 anni prima, Orsi matura la decisione di vendere.
La decisione di chiudere la Maserati fu presa quindi dalla Peugeot, subentrata alla Citroën.
Industrialmente la Maserati fu abbandonata mettendo così a repentaglio la sua stessa esistenza ma, per liberarsi delle obbligazioni della Casa del Tridente, la Peugeot firmò una fidejussione a favore della Maserati per circa cinque miliardi di lire.
In pratica, la Casa francese pagò a fondo perduto l'ingente somma per permettere all'Italia di salvare quel patrimonio che era la Maserati.
Senza dubbio un comportamento lodevole.
Seguirono affannosi tentativi per consentire al Marchio di sopravvivere.