Il 7 settembre 1930 si rinnova la battaglia fra Alfa Romeo con alla guida Nuvolari e Campari, Mercedes con Caflish e Caracciola e Maserati.
La Casa del tridente risponde con Ernesto Maserati, Varzi e Arcangeli che partono dalla seconda fila e con Fagioli che scatta dalla terza.
La finale si disputa su 35 giri per un totale di poco più di 240 km..
Il Principe Ereditario del Piemonte dà il via alle 15 vetture schierate. Nuvolari e Campari partono in testa, ma alla fine del primo giro c'è Arcangeli davanti a Nuvolari e Varzi.
La lotta fra i piloti di testa è subito emozionante: i primi tre sono sempre vicinissimi. Intanto il duello fra Ernesto Maserati e Campari, se possibile, è ancora più serrato.
Problemi di gomme affliggono le vetture Alfa Romeo e dopo 10 giri sono già ritirate.
Al comando c'è Arcangeli seguito da Varzi e da Maserati.
Varzi è costretto a una sosta per un problema mentre Arcangeli rallenta il ritmo.
Ne approfitta Ernesto Maserati che da 23 secondi di distacco al 10^ giro si porta a soli 3 secondi: siamo al 15^ giro.
Al 20^ giro Arcangeli mantiene il comando seguito da Maserati a 5 secondi mentre Varzi recupera su di loro. Varzi è scatenato e in 10 giri dimezza il distacco che aveva al 15^ giro: di questo passo con altri 10 giri arriverebbe a ridosso dei primi.
Mancano esattamente 10 giri alla bandiera a scacchi.
L'idea di fare una corsa sulle impegnative strade dei dintorni della città di Livorno prese forma nella primavera del 1921 quando il proprietario del quotidiano "Corriere di Livorno", Paolo Fabbrini, con alcuni amici pensò di realizzare un circuito automobilistico per fare da richiamo e dare notorietà alla città.
Il progetto fu accolto con favore dalle persone più sensibili e aperte tra cui il principe di Trevignano, Piero Ginori che divenne presidente dell'organizzazione e il conte Paolo Guicciardini, discendente di una delle più nobili famiglie toscane.
Il percorso originario, lungo circa 5 km., tocca la collina del quartiere Montenero da cui il circuito prende il nome.
Per Maserati, la sfida per la vittoria ad Indianapolis comincia nel 1930 con la partecipazione alla gara di una Tipo 26B.
Nel 1939 la Casa si presenta al via con una 8 Cilindri Testa Fissa. Il modello debutta il 15 maggio 1938 al Gran Premio di Tripoli con al volante Trossi e Varzi ma entrambi sono costretti al ritiro.
Anche questa vettura frutto del genio di Ernesto Maserati, si dimostra comunque subito molto valida: si distingueva per l’avere un gruppo di alimentazione indipendente per ogni serie di quattro cilindri. Montava quindi due compressori di tipo Roots.
Nel 1939, il motore arriva ad erogare una potenza di ben 366 CV. Un'altra peculiarità che la 8CTF possedeva, era che il serbatoio dell'olio fungeva anche da traversa centrale del telaio.
Il 18 settembre 1938 si disputa il Gran Premio di Modena.
Sul circuito di casa Maserati schiera una serie di Tipo 4 CM 1500 e Tipo 6 CM mentre l'alfa Romeo mette a disposizione dei suoi piloti quattro "158". Luigi Villoresi su Maserati ottiene il miglior tempo mentre Biondetti e Severi sono alle sue spalle su Alfa Romeo completando la prima fila, seguono Cortese su Maserati e il fratello di Villoresi, Emilio su Alfa.
Sommer, che segue, completa il quartetto della Casa del quadrifoglio.