Le automobili stradali nascono dallo stesso DNA che ha permesso alla Maserati di conseguire vittorie esaltanti sulle piste di tutto il mondo.
Dopo alcune vetture prodotte in numeri molto limitati negli anni antecedenti, nel 1957 Maserati presenta la 3500 GT vettura destinata a dare il via ad una serie di automobili di grande successo.
Le vetture Maserati hanno sempre proposto caratteristiche uniche e in apparente contrasto: sono auto sportive, dotate di motori potentissimi ma caratterizzate da linee eleganti, mai estreme, disegnate dalle firme più prestigiose, con interni spaziosi, comodi e lussuosamente rifiniti, impreziositi da accessori per accrescere il comfort montati per la prima volta su automobili europee.
Ogni Maserati, indipendentemente dal periodo in cui venga prodotta, si distingue oltre che per prestigio, eleganza e sportività per qualcosa di unico e impalpabile ma fondamentale che deriva da un blasone e da una storia sportiva ed umana che non ha confronti.
E' la vettura italiana di rappresentanza per antonomasia.
L'eleganza e la classicità delle sue linee, disegnate da Giugiaro, ne fanno ancora oggi uno dei più riusciti esempi di design per vetture di queste dimensioni e classe.
Si aggiunge a ciò un allestimento interno ineguagliato per ricchezza di dotazioni ed opulenza.
Maserati, con questa vettura, cancella la brutta esperienza della precedente serie voluta da Citroen e rinverdisce il successo della prima versione.
La vettura è presentata al Salone di Torino nel 1976 ma giunge sul mercato 3 anni dopo nelle cilindrate di 4,2 e 4,9 litri.
Con questa motorizzazione il cambio è automatico e solamente con sovrapprezzo, come optional, viene offerta la trasmissione manuale.
Maserati reagisce alla crisi del periodo presentando, al Salone di Ginevra, la Kyalami.
E' un ritorno alle grandi cilindrate ed al classico motore Maserati 8 cilindri.
La Casa ha appena attraversato un momento difficilissimo dopo l'abbandono da parte della Citroen.
La gestione ora è nelle mani di Alejandro De Tomaso.
La vettura è una berlinetta 2+2 disegnata da Frua che riprende le linee, sicuramente non di grande effetto, della De Tomaso Longchamp.
Inizialmente monta il motore 4,2 litri, in seguito adotta il 4900 c.c. da 280 CV a 5600 g/min..
Negli anni di crisi succeduti alla guerra del Kippur, anche le vetture sportive riducono la cilindrata al di sotto dei 2 litri per rientrare in un regime fiscale più favorevole.
Troviamo così le marche italiane più famose costrette a presentare modelli con motorizzazioni inadatte a garantire prestazioni entusiasmanti.
La vettura è praticamente uguale alle versioni più potenti: esteriormente si distingue per una evidente fascia nera laterale mentre all'interno è caratteristica della versione la tappezzeria in stoffa quadrettata.
Elemento distintivo è il motore che, se pur di 2000 c.c., sviluppa la potenza di 160 CV e consente una velocità di 220 Km/h.
Nel 1974 Frua presenta il prototipo per una grande berlina di rappresentanza dotata del classico motore V 8 4.9 litri ma la Quattroporte II, purtroppo, è la vettura destinata a simboleggiare la situazione di crisi di quegli anni durante la quale anche le auto di lusso devono rispondere a criteri di economicità di esercizio.
La tradizionale impostazione meccanica Maserati viene quindi del tutto abbandonata.
Costruita durante il periodo di gestione Citroen, disegnata da Bertone, meccanicamente si caratterizza per soluzioni tecniche innovative ma inadatte ad essere montate su una berlina che, pur sempre, vuole essere di massimo prestigio.